Disturbo di panico
Per quanto concerne l’ambito del panico è importante innanzitutto chiarire che gli attacchi di panico possono presentarsi in diversi quadri clinici e non solo nel disturbo di panico. Ne sono un esempio le fobie specifiche, l’agorafobia, il disturbo d’ansia sociale, il disturbo da stress post-traumatico, il disturbo ossessivo-compulsivo o stati di intossicazione o astinenza da determinate sostanze (es. intossicazione da cocaina, anfetamine, caffeina, cannabis o astinenza da depressogeni del sistema nervoso centrale come alcol e barbiturici).
È quindi importante che paziente e terapeuta chiariscano bene insieme durante i colloqui quali siano le situazioni in cui il problema si verifica e andando a scoprire i fattori scatenanti che, nel caso specifico del disturbo di panico, non vengono riconosciuti da chi esperisce l’attacco. L’attacco di panico nel disturbo di panico si presenta infatti come qualcosa di improvviso e inaspettato, non riconducibile a una causa specifica.
Tanto per chiarire bene cosa sia un attacco di panico, sul quale spesso c’è confusione, si tratta di uno stato di paura e disagio intensi che si sviluppa rapidamente e raggiunge un picco nell’arco di alcuni minuti e vede la presenza di alcuni tra i seguenti sintomi:
- palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia;
- sudorazione;
- tremori fini o grandi scosse;
- dispnea o sensazione di soffocamento;
- sensazione di asfissi;
- dolore o fastidio al petto;
- nausea o disturbi addominali;
- sensazioni di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento;
- paura di perdere il controllo o di “impazzire”;
- paura di morire;
- parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio);
- brividi o vampare di calore;
- derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi).
Oltre al verificarsi degli attacchi di panico la persona vive una persistente preoccupazione relativa all’insorgenza di altri attacchi e alle possibili conseguenze degli stessi in termini di salute psicofisica (ci può essere il timore di avere un attacco cardiaco o di perdere il controllo e impazzire).
A questa può affiancarsi una modificazione del comportamento al fine di evitare la comparsa degli attacchi o di minimizzarne le conseguenze, come ad esempio:
- l’interruzione o più in generale evitamento dell’esercizio fisico o di situazioni non familiari;
- la riorganizzazione della vita quotidiana al fine di garantirsi soccorso in caso di attacco di panico;
- una limitazione in generale delle proprie attività quotidiane.
È importante sottolineare come sintomi analoghi a quelli del panico si riscontrino effettivamente anche all’interno in condizioni mediche (come ipertiroidismo o problemi cardiopolmonari) ed è pertanto importante che il medico curante, con gli opportuni esami, abbia escluso la presenza di qualche patologia organica. Nelle condizioni di panico tuttavia la persona può avere la tendenza a collegare anche sintomi di lieve entità, come il battito accelerato o un mal di testa a una patologia grave (come una cardiopatia o un tumore cerebrale), propensione che può determinare la comparsa di ansia e preoccupazioni costanti relative alla salute psicofisica.
Gran parte delle persone è in grado di riferire uno o più eventi stressanti accaduti nei mesi precedenti il primo attacco di panico e sarà molto importante che questi vengano ricostruiti insieme durante la fase di assessment iniziale al fine di comprenderne il significato profondo e peculiare che questi hanno avuto per la persona.
Il decorso tipico del disturbo di panico, se non viene trattato, è cronico e può causare una compromissione importante del funzionamento scolastico, lavorativo e sociale della persona.