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Disturbo di conversione

Il disturbo di conversione si caratterizza per la presenza di uno o più sintomi di malfunzionamento sensoriale o motorio, non giustificati da una condizione neurologica diagnosticata. In altri termini i sintomi riportati suggerirebbero la presenza di un danno neurologico, ma dagli accertamenti clinici non emergono alterazioni a livello degli organi o del sistema nervoso.
Tra i sintomi motori che possono presentarsi ritroviamo debolezza o paralisi degli arti, movimenti anomali come tremori, posizione atipica delle braccia o delle gambe, problemi di deambulazione, o problemi di deglutizione.
I sintomi sensoriali riguardano tipicamente una riduzione o scomparsa della sensibilità tattile, visiva, uditiva o olfattiva, per cui si possono avere per esempio condizioni di cecità totale o parziale o il fenomeno della visione a tunnel.
Altri quadri presentano compromissioni dell’eloquio o della voce, per cui la persona può avere difficoltà ad articolare le parole, avvertire una sensazione di nodo in gola o presentare alterazioni della voce fino alla totale afonia.
Il disturbo di conversione si presenta spesso anche attraverso attacchi epilettiformi (crisi epilettiche psicogene o convulsioni non epilettiche) con tremori agli arti e apparente perdita di coscienza. Possono capitare anche episodi di anestesia e insensibilità agli stimoli che richiamano la sincope o il coma.
Il disturbo di conversione si differenzia dal disturbo da sintomo somatici e dall’ansia di malattia, in quanto molto spesso la persona non mostra una preoccupazione persistente per la presenza di questi sintomi.

Frequentemente l’insorgenza di un disturbo di conversione è conseguente all’aver esperito un evento stressante o traumatico di natura fisica o psicologica e sono frequenti, associati al presente quadro, anche sintomi dissociativi quali:

  • depersonalizzazione (cioè un’esperienza di distacco, di essere un osservatore esterno rispetto ai propri pensieri, sentimenti, sensazioni, corpo o azioni),
  • derealizzazione (un’esperienza di irrealtà o distacco rispetto all’ambiente circostante per cui persone o oggetti possono essere percepiti come irreali),
  • amnesia dissociativa (che si esprime nell’incapacità di ricordare importanti informazioni personali autobiografiche e/o associate al trauma, non spiegabile nei termini di una normale dimenticanza).

Affinché possa essere posta una diagnosi di disturbo di conversione è necessario sia stata effettuata un’approfondita valutazione neurologica e i dati clinici devono provare l’incompatibilità tra i sintomi presentati e le condizioni neurologiche o mediche conosciute.
Queste valutazioni competono al medico specialista.

Per dati e criteri diagnostici riportati si è fatto riferimento al DSM V (American Psychiatric Association 2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. Raffaello Cortina Editore. © Testi soggetti a copyright.
I principali disturbi nell’ambito della somatizzazione sono:

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Dott.ssa Francesca Palma